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Channel: Le parole sono pietre preziose
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AUGITE - Silicati (Silicates)

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AUGITE
(Ca, Mg, Fe'', Fe''', Ti, Al)2(Si, Al)2O6
Sistema - monoclino
Durezza - 5,5 - 6,0
Densità - 3,2 - 3,5
Colore - Verde scuro,  nero, bruno
Lucentezza - Da vitrea a resinosa

Compare sia in aggregati granulari, sia in individui di abito prismatico, per lo più tozzo, a contorno quasi quadrato od ottagonale; sono frequenti anche i geminati per contatto. 
Il colore è sempre piuttosto scuro: appare nero se il minerale si presenta in forma massiva, ma può essere verdastro e bruno se è in piccoli frammenti. 
Ha lucentezza vitrea tendente alla resinosa: in particolare, è assai viva sulle superfici di sfaldatura, che di solito appaiono brillanti,

CARATTERI DIAGNOSTICI - Tende ad alterarsi con facilità, dando carbonati e prodotti cloritici ed epidotici.

ORIGINE - Minerale molto comune, si trova di solito in rocce plutoniche vulcaniche, ma anche in alcune rocce metamorfiche.

GIACIMENTI - I cristalli più belli si rinvengono in varie località italiane, tra cui il Monte Buffaure (Trento), la zona di Falcade (Belluno), nei tufi vulcanici del Lazio e infine nelle lave del Vesuvio, dello Stromboli e dell'Etna.

SERIE DELL'AUGITE -  Comprende il diallagio, termine di passaggio tra i pirosseni alluminiferi dell'augite e quelli privi di alluminio del diopside, la fassaitel'omfacite.




CORINDONE - Ossidi (Oxides)

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Corindone rubino

CORINDONE
Al2O3
Sistema - Trigonale
Durezza - 9
Densìtà - 3,95 - 4,1
Colore - Incolore, allocromatico
Lucentezza - Adamantina

I cristalli sono per la maggior parte bipiramidali o prismati cobipiramidali. Prismi tozzi terminati da un ampio pinacoide danno al corindone un aspetto discoidale. Il minerale presenta geminazione polisintetica, raramente percepibile a occhio nudo; quando ciò è possibile si possono osservare fitte lamelle accostate e disposte con precisa orientazione geometrica. 
Il corindone è allocromatico: quando è puro è assolutamente incolore, mentre può assumere colorazioni quando è "inquinato" da altri elementi chimici. 
Tra le sue varietà vanno annoverate l'armofane (grigio opaco), il padparadscia (arancione), il rubino (rosso), lo zaffiro blu e lo smeriglio, corindone granulare mescolato con ossidi di ferro. 
La presenza di finissime inclusioni orientate in modo particolare ha come effetto il fenomeno dell'asterismo (corindone asteria o stellato).

CARATTERI DIAGNOSTICI - Molti corindoni mostrano una certa facilità a sezionarsi secondo determinati piani; in questo caso non siamo però in presenza di una vera e propria sfaldatura, ma di un particolare fenomeno (legato alla geminazione polisintetica lamellare) detto pseudosfaldatura. 
Il corindone è I'unica sostanza naturale di durezza 9 e può essere scalfito soltanto con il diamante, che è ancora più duro. 
Spesso è fluorescente ai raggi ultravioletti.

ORIGINE- Il corindone è un minerale di rocce metamorfiche; si trova però anche in rocce formatesi per consolidamento di magmi profondi poveri di silice.

GIACIMENTI - Grandi cristalli di questo minerale si trovano nelle rocce antiche degli Urali, del Canada, degli Stati Uniti e del Madagascar. I corindoni di migliore qualità gemmologica vengono estratti in Birmania, Thailandia, Cambogia, Sri Lanka, Australia e nel Montana (Usa). 
In Italia cristalli di corindone sono segnalati in Valsesia e in Val d'Ossola. 
Lo smeriglio proviene dalla Turchia e dall'isola di Naxos, in Grecia.

USI - Per la sua notevole durezza il corindone trova impiego come abrasivo, anche se oggi è spesso sostituito da prodotti artificiali. Può venire usato per costruire i cuscinetti di orologi e di altri strumenti di precisione oppure per ricavarne I'alluminio. 
L'uso più redditizio è però quello gemmologico a cui sono destinate le sue varietà colorate; anche per questo scopo il corindone viene fabbricato artificialmente da quasi un secolo.

USO GEMMOLOGICO - Le varietà nobili del corindone costituiscono due fra le gemme più note in gioielleria: il rubino e lo zaffiro. 
Il rubino è una varietà rossa, con tracce di cromo, che si rinviene in marmi dolomitici e in depositi alluvionali. Proviene principalmente dalla Birmania settentrionale, dalla Thailandia, dallo Sri Lanka e dalla Tanzania. I rubini trasparenti sono sempre piuttosto piccoli: una gemma di 10 carati è già eccezionale. Ecco perché si reputano straordinari rubini come il Rosser Reeves Ruby di 140 carati (Smithsonian lnstitution di Washington) e il Long Star Ruby, un esemplare stellato di 100 caratl (Museo di Storia Naturale di New York). 
I rubini trasparenti si tagliano solitamente a faccette, mentre per quelli traslucidi si preferisce la forma a cabochon. 
Gli esemplari di grandi dimensioni si prestano anche per lavori d'intaglio.

A rigore il termine zaffiro andrebbe applicato solo alla varietà azzurro-blu di corindone, ma di solito vengono chiamati zaffiri tutti i corindoni di colore diverso dal rosso. Lo zaffiro si rinviene generalmente in depositi alluvionali. 
Principali località di provenienza sono quelle di Australia, Sri Lanka, Birmania e Thailandia, Zaffiri di dimensioni eccezionali sono lo Star of lndia di 563 carati (Museo di Storia Naturale di New York) e lo Star of Asia di 330 carati (Smithsonian lnstitution di Washington). 
Il taglio più diffuso por lo zaffiro trasparente è quello faccettato ovale o rotondo, ma è facile trovare anche tagli a cuore, a baguette o a navette.



CIANITE - Silicati (Kyanite - Disthène - Silicates)

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CIANITE
Al2OSiO4
Sistema - Triclino
Durezza - 4,0 - 7,5 (secondo la direzione)
Densità - 3,53 - 3,67
Colore - Incolore, alocromatico
Lucentezza - Da vitrea a madreperlacea

Cristallizza in cristalli prismatici allungati e appiattiti, in genere non terminati, con sfaldatura perfetta secondo le facce verticali; essi sono molto spesso riuniti in fasci subparalleli e hanno un colore azzurro più o meno intenso, in genere scuro verso il centro del cristallo; raramente questa specie si presenta bianca, grigia o verdastra, con il colore distribuito a chiazze. 
È trasparente o traslucida, con lucentezza da vitrea a madreperlacea sulle superfici di sfaldatura.

CARATTERI DIAGNOSTICI - La sua durezza varia a seconda della direzione in cui viene scalfita; è infatti durissima in quella perpendicolare all'allungamento, semidura in direzione parallela all'allungamento. 
La cianite è infusibile e insolubile negli acidi.

ORIGINE - L'origine della cianite è dovuta al metamorfismo, in condizioni particolari di alta pressione, di rocce sedimentarie molto ricche di alluminio: per questo motivo non sì tratta di un minerale molto diffuso; in genere è associato a staurolite, granato e miche. 
Più raramente la cianite ha genesi pegmatitica, si forma, cioè, in seguito al consolidamento di una parte dei fluidi residui dopo la cristallizzazione di un granito; essendo un minerale praticamente inalterabile, è invece facile trovarla in sabbie derivate dal disfacimento di rocce che la contenevano (genesi sedimentaria).

GIACIMENTI - Famosi in tutto il mondo sono i cristalli semitrasparenti azzurri, associati a paragonite (mica chiara) e a staurolite, provenienti dal Pizzo Forno, nel Canton Ticino (Svizzera). 
Begli esemplari sono stati rinvenuti in Tirolo (Austria) e nel dipartimento di Morbihan (Francia). Cristalli enormi, fino a 30 centimetri di lunghezza, sempre azzurri ma opachi, sono stati trovati a Minas Gerais (Brasile), mentre campioni verdi sono stati scoperti a Machacos (Kenya). 
In Italia, cristalli grigi in aggregati a struttura raggiata provengono dalla Val di Vizze e dalla Valle Passiria (Bolzano); più raramente dai dintorni di Musso (Lago di Como). 
Grandi depositi di cianite sfruttati industrialmente sono quelli statunitensi (Massachusetts, Connecticut e North Carolina), indiani e australiani.

USI - È un'importante materia prima per la fabbricazione di isolanti elettrici e di particolari prodotti resistenti alle alte temperature e a tutti gli acidi, compreso quello fluoridrico. 
Tagliata, viene anche usata in gioielleria.





FASSAITE - Silicati (Silicates)

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FASSAITE

Ca(Mg, Fe, Al)(Si, Al)2O6

Sistema - Monoclino
Durezza - 6
Densità - 2,96 - 3,34
Colore - Giallo-verdastro, verde
Lucentezza - Vitrea

Fassaite è una varietà di augite con un bassissimo contenuto di ferro. Il nome deriva dalla Val di Fassa, l'Italia.

Si è pensato per essere un minerale contatto formata ad alta temperatura sull'interfaccia tra rocce vulcaniche e calcaree. Si segnala inoltre in meteoriti 

Quasi a dimostrare la grande variabilità delle specie comprese nel gruppo dei pirosseni, è stato di recente ipotizzato che i minerali conosciuti come fassaite appartengano a due specie diverse: una sarebbe un termine ferrifero della serie diopside-hedenbergite, l'altra un termine della serie dell'augite con poche quantità di ferro.
Il minerale si presenta in individui prismatici tozzi, ricchi di facce, di colore verde più o meno scuro a seconda della quantità di ferro contenuta.

CARATTERI DIAGNOSTICI - Non scalfibile, fonde difficilmente e non viene attaccata dagli acidi.

ORIGINE - È un tipico minerale di contatto, formatosi in seguito alle modificazioni chimico-fisiche provocate dalla risalita di un magma nelle rocce incassanti, nel caso specifico calcari impuri. Si trova anche in alcuni proietti vulcanici.

GIACIMENTI - Bellissimi cristalli sono stati scoperti al Lago della Vacca sull'Adamello (Brescia), a Brosso e a Traversella (Torino). È presente anche in Val di Fassa (Trento), a Tiriolo (Catanzaro) e in proietti vulcanici a Pitigliano (Grosseto), Ariccia (Roma) e sul Vesuvio.
All'estero esemplari interessanti sono noti negli Stati Uniti (Montana), in Scozia, Svezia e Sri Lanka.




SERPENTINO (Asbesto - Amianto) - Silicati (Asbestos serpentine - Silicates)

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Amianto di serpentino

SERPENTINO

Mg6(OH)8Si4O10

Sistema - Monoclino
Durezza - 2,5 - 4,0
Densità - 2,5 - 2,6
Colore - Incolore, allocromatico
Lucentezza - Da grassa a sericea

I minerali di questa famiglia sono simili, per composizione e per proprietà ottiche, alle cloriti, ma se ne differenziano per la struttura cristallina. Di questo minerale si distinguono in particolare due varietà, l'antigorite e il crisotilo.

L'antigorite si presenta in lamelle irregolari, verdastre, verdi-bluastre o bianche con lucentezza madreperlacea o resinosa, riunite in aggregati scagliosi più o meno compatti.

Il  crisotilo si presenta in aggregati di colore giallastro, verde-grigiastro o bianco, formati dà fibre flessibili più o meno grossolane, dotate di lucentezza sericea. 
Quando queste fibre sono allungate in soffici fili biancastri, sottili e morbidissimi, si ha l'asbesto o amianto di serpentino.

CARATTERI DIAGNOSTICIL'antigoriteè attaccabile dagli acidi. Esposta alla fiamma del cannello, fonde con difficoltà sugli orli.
Dall'acido cloridrico il crisotiloè decomposto con separazione di silice non gelatinosa.

ORIGINE - L'antigoriteè molto diffusa e abbondante in natura. Come componente essenziale si trova nelle serpentine, che sono rocce metamorfiche ultrabasiche, derivate dall'alterazione di rocce peridotitiche. 
Il crisotilo si trova associato con l'antigorite nelle serpentine, di cui riempie le litoclasi, formando un fitto intreccio di fibre (talora dello spessore di parecchi centimetri) disposte parallelamente, oppure perpendicolarmente od obliquamente alle pareti delle litoclasi stesse.

GIACIMENTI E USI - Località classica dell'antigoriteè la Valle Antigorio (Ossola). 
I più grandi giacimenti di crisotilo sono quelli contenuti nelle rocce serpentinose di età paleozoica della provincia di Québec nel Canada. 
Giacimenti di minore importanza vengono sfruttati anche negli Stati Uniti, in Russia, nello Zimbabwe e nell'isola di Cipro. 
In Italia il crisotiloè presente in numerose località alpine, ma soltanto in alcune vi sono giacimenti sfruttabili su scala industriale.

VARIETÀ - In alcuni depositi ferriferi di origine sedimentaria si rinviene la berthierite, varietà di serpentino contenente ferro, sia bivalente che trivalente, in sostituzione di parte del magnesio.


Berthierite



WULFENITE - Solfati (Sulphates)

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WULFENITE

PbMoO4

Sistema - Tetragonale
Durezza - 2,0 - 3,0
Densità - 6,0 - 7,0
Colore - Giallo, arancio, rosso
Lucentezza - Resinosa

Questo molibdato di piombo si presenta in cristalli tabulari o lamellari, più raramente in cristalli ottaedrici o in cristalli pseudocubici, talora in masse granulari o terrose o in aggregati cellulari di lamelle; il colore è giallo, arancio, rosso.

CARATTERI DIAGNOSTICI - Fonde facilmente e reagisce agli acidi sciogliendosi lentamente.

ORIGINE - Minerale secondario, si forma nelle zone di ossidazione di alcuni giacimenti di piombo associalo con cerussite, vanadinite, piromorfite, mimetite.

GIACIMENTI E USI - Tra i numerosi giacimenti di wulfenite sono celebri per le magnifiche cristallizzazioni quelli di Red Cloud Mine in Arizona, Mibladen e Djebel Mashreur in Marocco, Chihuahua in Messico; M'Fouati nella Repubblica Popolare del Congo, Bleiberg in Carinzia. 
In Italia è segnalata in piccole quantità nelle miniere piombo-zincifere lombarde e in Valsugana.

La wulfenite ha significato industriale per I'estrazione del molibdeno.




BERILLO - Silicati (Beryl - Silicates)

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BERILLO

Be3Al2Si6O18

Sistema - Esagonale
Durezza - 7,5 - 8,0
Desità - 2.68 - 2,9
Colore - Incolore, allocromatico
Lucentezza - Vitrea

Nella composizione chimica di questo minerale, uno dei più importanti dal punto di vista gemmologico, possono comparire anche sodio, potassio, litio, calcio, cesio, rubidio, scandio, fluoro e ossidrili.
L'abito cristallino è prismatico, spesso troncato irregolarmente alle estremità, oppure limitato da facce di altre forme cristallografiche, come bipiramidi. 
Le dimensioni sono spesso notevoli: non rari gli individui alti più di un metro e con un diametro di 20-30 centimetri. 
Il berillo puro è incolore, ma generalmente si presenta verde-azzurrino (nelle varietà molto pregiate note con i nomi di smeraldo e di acquamarina il colore è verde di vario tono) o, più raramente, giallo o rosa.

CARATTERI DIAGNOSTICI - È inattaccabile dagli acidi e difficilmente fusibile alla fiamma del cannello. Colore e forma lo rendono, tuttavia, inconfondibile.

ORIGINE - Il berillo è un minerale accessorio spesso presente nei graniti e nelle pegmatiti granitiche. Occasionalmente si trova anche in rocce scistoso-cristalline. 
Data la sua resistenza all'azione disgregatrice degli agenti atmosferici, è presente anche in depositi alluvionali derivanti dalla disgregazione meccanica di rocce che lo contenevano in giacitura primaria.

GIACIMENTI - Nella sua varietà più pregiata (lo smeraldoquesto minerale, apprezzato da sempre come gemma di prima grandezza, in tempi molto antichi proveniva dai giacimenti della Scizia e in gran parte da quelli egiziani di Kosseir, sfruttati anche in epoca faraonica. 
Attualmente i giacimenti più ricchi si trovano in Colombia (Chivor, Somondoco, Muzo, Cascuez ecc,). 
Molto noti sono pure i giacimenti brasiliani degli stati di Minas Gerais e Bahia, quelli russi degli Urali e della Siberia e quelli africani del Transvaal e dello Zimbabwe. 
Minore importanza hanno i giacimenti dell'India e delle Alpi salisburghesi.
Esemplari trasparenti e ben colorati di acquamarina si trovano nei depositi alluvionali dello Stato brasiliano di Minas Gerais e nelle pegmatiti degli Urali, del Madagascar, dell'Irlanda e degli Stati Uniti.
Dal Madagascar, dal Brasile e dalla California proviene la morganite; bellissimi cristalli di questa varietà furono trovati anche nel granito dell'Isola d'Elba.
L'eliodoro migliore proviene dal Sudafrica, Madagascar e dal Brasile.
In Italia il berilloè stato individuato in Ossola (Verbania) nelle pegmatiti di Craveggia, Beura e Montescheno e a Piona Olgiasca (Lecco) sul Lago di Como.

USI - Quando il minerale non è destinato all'uso gemmologico (varietà smeraldoacquamarina, eliodoro e morganite), viene utilizzato per l'estrazione del berillio, elemento molto leggero destinato a vari usi, fra i quali spicca la produzione di leghe ultraleggere utilizzate nell'industria aeronautica.

USO GEMMOLOGICO - Quasi tutti gli smeraldi vengono faccettati con un taglio a gradini detto "a smeraldo": la gemma, la cui faccia principale ha orientamento parallelo alle facce originarie del prisma esagonale naturale, ha forma ottagonale e presenta una serie di tre facce rettangolari superiori e altrettante inferiori. 
Gli smeraldi di qualità modesta vengono spesso tagliati a cabochon o addirittura a forma di sfere. 

Il taglio più usato per l'acquamarina è quello rettangolare a gradini. 
Sono poi adatti il taglio ovale e, nel caso di cristalli inclusi, quello a superficie curva. 
Questa gemma si presta anche al taglio a sfera, usato per le collane, e ad altri tagli modernissimi, diffusi specialmente in Germania. 

Il taglio prevalentemente usato per l'eliodoroè quello ovale, mentre meno comune è la forma rotonda. La forma a goccia è ideale per gli orecchini, in quanto permette di mettere maggiormente in risalto i luminosi raggi dorati di questa pietra. 

Per la morganite il taglio più diffuso è quello "a smeraldo".



Acquamarina, morganite, eliodoro, smeraldo


WOLFRAMITE - (Ossidi - Oxides)

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WOLFRAMITE

(Fe, Mn)WO4

Sistema - Monoclino
Dureza - 5,0 - 5,5
denistà - 7,14 - 7,54
Colore - Bruno-rpossiccio, bruno-nerastro
Lucentezza - Submetallica, resinosa

La wolframite cristallizza nel sistema monoclino, in individui tabulari a facce striate o addirittura lamellari, semiopachi o traslucidi, di colore da bruno-rossiccio a bruno-nerastro; più spesso si trova in masse granulari generalmente opache; la polvere è nera o bruno-rossiccia. 
Ha lucentezza submetallica, resinosa sulle superfici di sfaldatura; è insolubile negli acidi e praticamente inalterabile. 
Si tratta di un minerale molto pesante, fragile e duro. 
Oggi il termine "wolframite" viene utilizzato per indicare le miscele intermedie tra il wolframato di manganese (huebnerite) e il wolframato di ferro (ferberite).

CARATTERI DIAGNOSTICI -  La wolframite può essere confusa con alcuni solfuri e con i minerali del gruppo della columbite. Da questi ultimi si può distinguere per la sfaldatura assai più evidente e dal fatto che columbiti ben cristallizzate sono quasi sempre immerse nella massa della pegmatite. Dai solfuri si distingue fondendola con soda o bisolfato dì potassio e trattandola successivamente con acido solforico diluito e ritagli di zinco: si ottiene una magnifica colorazione azzurra.

ORIGINE - La wolframiteè una tipica specie di genesi pneumatolitica (formatasi, cioè, dai fluidi magmatici residui dopo la consolidazione dei graniti). I fluidi, infatti, si intrudono in spaccature delle rocce circostanti e qui si consolidano, dando origine a vene dì quarzo nelle quali questo minerale cristallizza. 
Per l'elevato peso specifico e la resistenza agli agenti atmosferici, la wolframite si trova anche concentrata in giacimenti sedimentari alluvionali (placers), costituiti in seguito alla disgregazione di rocce trasportate dai fiumi e successivamente accumulate.

GIACIMENTI - Importanti depositi sono quelli situati a sud della Cina (catena montuosa di Nanling), in Australia (Queensland), in Bolivia (distretto di La Paz), in Canada, negli Stati Uniti (California e Colorado), in Malesia e Birmania. lnoltre, il wolframato si rinviene in Cornovaglia e nel Cumberland (Gran Bretagna), nell'Erzgebirge boemo-sassone e in Portogallo. 
Nel nostro Paese sono state scoperte piccole quantità di wolframite in diverse località della Sardegna, a Roncegno, in Valsugana (Trento), e a Traversella (Torino).

USI - La wolframiteè il principale minerale di wolframio: infatti può arrivare a contenere circa il 60% in peso di questo elemento, utilizzato in metallurgia per costruire i filamenti delle lampadine elettriche e, sotto forma di carburo, per la fabbricazione di attrezzi da perforazione e di acciai speciali.





PIRITE - Solfuri (Pyrite - Sulphides)

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PIRITE
  
FeS2

Sistema - Cubico
Durezza - 6,5
Densità - 5,0
Colore - Giallo
Lucentezza - Metallica

Minerale conosciutissimo ed estremamente diffuso, la pirite è nota fin dall'antichità. Spesso si trova sotto forma di cristalli di grande perfezione. I suoi cubi squadrati, dalle facce lisce o striate, sono subito distinguibili. Talvolta i vertici sono troncati da faccette triangolari che evidenziano la presenza dell'ottaedro, sua forma cristallografica tipica. 
Altrettanto comune è la forma pentagonododecaedrica: in questo caso, però, le singole facce pentagonali non hanno i lati tra loro uguali. 
I geminati sono comuni, ma la loro esatta identificazione non è molto facile. 
Il geminato "a croce di ferro" vede associati in modo tipico due pentagonododecaedri.


   
CARATTERI DIAGNOSTICI - Il colore giallo ottone, la lucentezza metallica e la mancanza di sfaldatura rendono la pirite simile all'oro, ma la prima è più dura, ha polvere grigia non rigabile con il temperino e, al contrario dell'oro, si altera facilmente.  In ambienti umidi, infatti, si trasforma in acido solforico e altri prodotti (ossidi bruno-rossastri di ferro o solfati fibrosi bianchi). 
Posta sul fuoco, la pirite brucia con una fiamma azzurrina e con un forte odore di zolfo.

ORIGINE - La pirite è uno dei minerali più comuni perché si può formare in vari ambienti geologici: anzitutto nei filoni idrotermali con altri solfuri, nelle rocce metamorfiche serpentinose e nei marmi, quasi sempre in cristalli perfetti, ma anche in aggregati massivi.

GIACIMENTI - In Italia gruppi cristallizzati di eccezionale bellezza sono stati rinvenuti a Brosso, presso Ivrea (Torino), a Rio Marina e in altre località della costa orientale dell'lsola d'Elba (Lìvoino)e inoltre a Boccheggiano, Niccioleta e Gavorrano nella Maremma toscana (Grosseto). Cristalli cubici di pirite si trovano inclusì nei cloritoscisti della Val Malenco (Sondrio), mentre piccoli cristalli spesso superficialmente alterati in un colore bruno-rossastro sono rinvenibili nelle cave di marmo di Candoglia, in Val d'Ossola.

USI - Dalla pirite si ricavano ferro e zolfo. Mediante la combustione si produce un ossido da cui si ottiene il ferro; anche lo zolfo che brucia viene poi recuperato e trasformato in acido solforico, che viene utilizzalo in molti processi di trasformazione industriale.


Alcune tra le più comuni forme cristalline della pirite.
Il penultimo cristallo mostra il tipico geminato a "croce di ferro"


CRISOCOLLA - Silicati (Chrysocolla - Silicates)

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CRISOCOLLA

CuSiO3*nH2O

Sistema - Rombico o monoclino
Durezza - 2 - 4
Densità - 2,2 - 4,0
Colore - Verde-azzurro
Lucentezza - Da vitrea a cerea

La crisocolla è ìn gran parte una miscela amorfa di vari silicati di rame e silice idrata, contenente diverse impurità quali allumina, ossidi dì rame e ossidi limonitici; per questo motivo il colore del minerale, tipicamente blu-azzurro o verdastro, può divenire più scuro, fino ad assumere toni bruni. 
Si trova in concrezioni compatte, più raramente in ammassi criptocristallini con strutture finemente raggiate o globose, oppure in microscopici cristalli,aciculari. 
La lucentezza dell'aggregato traslucido varia da terrosa a cerea, fino a vitrea quando si rileva una più alta percentuale di silice.

CARATTERI DIAGNOSTICI - A differenza della turchese, alla quale può assomigliare, la crisocolla si ricopre di un residuo giallastro sulla superficie dopo essere stata immersa nell'acido cloridrico.

ORIGINE- Presente soprattutto nelle zone di ossidazione delle porzioni superficiali dei giacimenti di rame, la crisocolla si forma inizialmente come un gel che contiene silice, acqua e rame.

GIACIMENTI - Diffusa nel mondo, sì trova in grandi ammassi in Cile, negli Stati Uniti, nello Zaire, nella Repubblica Popolare del Congo, in Gran Bretagna e in Russia. 
In Italia la crisocolla è stata scoperta ai margini del ghiacciaio dì Predarossa, nella Val Masino (Sondrio), a Campiglia Marittima (Livorno) e sulle montagne dei Monzoni in Val di Fassa (Trento).

USI - La crisocolla viene utilizzata in ambito gemmologico, tagliata prevalentemente a cabochon.



TURCHESE - Fosfati (Turquoise - Phosphates)

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TURCHESE

CuAl6(OH)8*4H2O

Sistema - Triclino
Durezza - 5 - 6
Densità - 2,6 - 2,8
Colore - Azzurro-verde
Lucentezza - Da cerea a porcellanea

Sempre opaca o appena traslucida ai bordi, questa gemma può mostrare un colore azzurro uniforme - si tratta allora del tipo più pregiato - o venature dendritiche brune o nere di limonite. Rarissima in cristalli trasparenti, si trova sempre in noduli o masse microcristalline reniformi, oppure in sottili venature all'interno delle rocce incassanti.
La sua porosità causa facili alterazioni al colore originario: per questo motivo talvolta si effettuano trattamenti di impregnazione a scopo protettivo.

CARATTERI DIAGNOSTICI - Scaldata in tubo chiuso la turchese perde acqua e diventa bruna o nera; inoltre non fonde al cannello e non tinge la fiamma in verde (al contrario delle imitazioni).

ORIGINE - La turchese è un minerale di genesi secondaria e si forma in seguito alla circolazione di soluzioni mineralizzanti all'interno di rocce sedimentarie, soprattutto arenarie, o vulcaniche (trachiti), generalmente molto fratturate.

GIACIMENTI - La località classica nota fin dall'antichità è Ali-Mirsa-Koh presso Nishapur (Iran). Proviene anche dal Sinai, dal Kazahstan e dall'Uzbekistan. Bei noduli colorati si rinvengono in Nevada, New Mexico e Arizona. 
Rarissimi cristalli trasparenti provengono dalla Virginia, dal Belgio e dalla Cornovaglia.

USO GEMMOLOGICO - La turchese viene impiegata per uso gemmologico - il taglio più usato è quello a.superficie curva - e per ricavare oggetti intagliati e statue€tte. 
È una delle gemme più imitate sia con materiali naturali sia artificiali.




WAVELLITE - Fosfati (Phosphates)

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WAVELLITE

Al3(PO4)2(OH)3*5H2O

Sistema - Rombico
Durezza - 3,5 - 4,0
Densità - 2,3 - 2,4
Colore - Variabile
Lucentezza - Vitrea 

Si presenta in aggregati discoidali o globulari, fibroso-raggiati, di cui molto raramente le estremità dei singoli individui sono terminate; talora è anche stalattitica. 
Il colore è assai variabile: bianco, bianco-verdastro, giallo, bruno, azzurro, grigio pallido.

CARATTERI DIAGNOSTICI - Solubile negli acidi forti. Riscaldata, si sfoglia e tende al bianco. Riscaldata in un contenitore chìuso, produce acqua.

ORIGINE - Si tratta di un minerale secondario diffuso in alcune rocce alluminose di basso metamorfismo e in taluni depositi limonitici o fosfatici.

GIACIMENTI E USI - La wavellite e assai diffusa in parecchie località della Boemia; a Montebras in Francia si rinviene in aggregati discoidali raggiati di colore pallido. 
Da scisti argillosi presso Barnastaple, nel Devonshire (Gran Bretagna) proviene la wavellite originaria, generalmente gialla o giallo-bruna.
 In Italia e nota in alcune trachiti del Lazio (Tolfa, Manziana).

I giacimenti maggiori sono sfruttati per ottenere concimi fosfatici.



CALCOFILLITE - Fosfati (Phosphates)

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CAOLCOFILLITE

(Cu, Ar)3(AsO4,SO4)(OH)4*6H2O

Sistema - Trigonale
Durezza - 2
Densità - 2,4 - 2,6
Colore - Verde
Lucentezza - Vitrea, subadamantina

La calcofillite si presenta in cristalli tabulari o di aspetto romboedrico, oppure in aggregati a rosette; il colore può essere verde smeraldo, verde erba o verde-bluastro; la lucentezza è vitrea subadamantina, perlacea sulle facce, di perfetta sfaldatura.

CARATTERI DIAGNOSTICI -  La calcofilliteè solubile in acidi. Se riscaldato, il minerale fonde facilmente decrepitando.

ORIGINE - Si tratta di un minerale secondario di rame, diffuso nelle zone di ossidazione di alcuni giacimenti di rame, con cuprite, tenorite, malachite, azzurrite, connellite, farmacosiderite e clinoclasio,

GIACIMENTI - La calcofillite è stata rinvenuta a Schwaz in Tirolo (Austria), a Cap Garonne (Francia), a Redruth e Liskeard in Cornovaglia (Gran Bretagna), a Tintic nello Utah e a Bisbee in Arizona (USA).





CROCOITE - Solfati (Sulfates)

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CROCOITE

PbCrO4

Sistema - Monoclino
Durezza - 2,5 - 3,0
Densità - 6
Colore - Rosso
Lucentezza - Adamantina 

Forma aggregati di cristalli aciculari o cristalli prismatici molto allungati, spesso striati longitudinalmente, oppure individui ottaedrici o romboedrici di un bel color rosso arancio o rosso vermiglio. Può presentarsi anche in druse.

CARATTERI DIAGNOSTICI- Se esposta alla luce, la crocoite perde la sua lucentezza e sbiadisce. Facilmente fusibile e attaccabile dagli acidi forti.

ORIGINE - È un minerale tanto raro quanto bello, che si forma nella zona di ossidazione di alcuni giacimenti di piombo, specialmente in quelli situati presso rocce eruttive ultrabasiche ricche di cromo.

GIACIMENTI - I pochi giacimenti noti sono Beresov negli Urali, Dundas in Tasmania (da cui provengono i migliori campioni con cristalli prismatici lunghi anche 15 centimetri), Goyabeira, nello Stato di Minas Gerais in Brasile, Nontron in Francia, Mammoth Cave in Arizona e contea di lnyo in California (Usa).





RUBINO - Ossidi (Rubin - Oxides)

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RUBINO

Il rubinoè una pietra preziosa di color rosso carminio. Il rubino è una varietà di corindone di color rosso per la presenza di ossido di cromo; vi possono essere inoltre inclusioni di aghetti, laminette, ecc. che danno un aspetto sericeo molto apprezzato. 
Il colore è rosso intenso guardato secondo la base, rosso viola secondo due facce del prisma esagonale; non muta dalla luce naturale a quella artificiale.

I giacimenti principali di questa gemma tra le più pregiate si trovano in Birmania, Thailandia, Sri Lanka, Cambogia, Tanzania. 

Il rubino è una gemma molto rara e nell'antichità venne spesso confuso con altre gemme di colore rosso, finché i moderni mezzi gemmologici non permisero un'analisi più accurata del tipo di cristallo; anche al giorno d'oggi, sia per la sua limitata produzione, che per la grande bellezza, può capitare che per rubino venga spacciata un'altra gemma.

Esistono alcune varietà:

Il rubino stellato contiene sottili inclusioni di rutilo che gli conferiscono un riflesso sericeo a forma di stella.

Il rubino balascioè una varietà nobile dello spinello, di colore rosso, estratto in Birmania e in Afghanistan.

Il rubino del Capoè una varietà pregiata di piropo.

I rubini trasparenti sono sempre piuttosto piccoli: una gemma di 10 carati è già eccezionale. Ecco perché si reputano straordinari rubini come il Rosser Reeves Ruby di 140 carati (Smithsonian lnstitution di Washington) e il Long Star Ruby, un esemplare stellato di 100 caratl (Museo di Storia Naturale di New York). 

I rubini trasparenti si tagliano solitamente a faccette, mentre per quelli traslucidi si preferisce la forma a cabochon. 

Gli esemplari di grandi dimensioni si prestano anche per lavori d'intaglio.

Si possono ottenere anche rubini sintetici.


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QUARZO CITRINO - Ossidi (Citrine - Oxides)

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QUARZO CITRINO

 SiO2

Sistema - Trigonale
Durezza - 7,00
Densità - 2,65
Colore - Giallo intenso, giallo-arancio
Lucentezza - Vitrea

La presenza di ossidi e idrossidi conferisce a questa varietà una colorazione che può variare dal giallo intenso al giallo arancio.

GIACIMENTI E USI - Si rinviene in rocce di origine pegmatitica, ricche di silice, spesso con tormalina, berillo e miche.
Le zone brasiliane Campo Belo e Sete Lagoas (Minas Gerais) sono quelle che offrono gli esemplari migliori, per purezza e dimensioni. 
Altre località brasiliane sono note per i loro quarzi citrini, ma meno puri e meno abbondanti. 
Dagli Urali (Murinka) e dal Madagascar provengono altri pregevoli cristalli. 
Altri giacimenti (dai quali, però, non provengono cristalli da destinare alla gemmologia, che rappresenta l'uso principale di questa varietà) sono quelli di Pikes Peak (Colorado, Usa), Bourg d'Oisans (Delfinato, Francia), Hinijosa de Duero, Villa Buenas e Villa Beco (nei pressi di Salamanca, Spagna).

USO GEMMOLOGICO - Il quarzo citrino da destinare al taglio è piuttosto raro: i cristalli devono avere un'ottima trasparenza, una colorazione uniforme e, quando sono presenti delle inclusioni, non devono essere visibili a occhio nudo. 
Oltre che per ottenere gemme, viene utilizzato nella produzione di oggetti ornamentali e di sculture.





AGATA (Agate) - AGATA MUSCHIATA (Moss agate) - Ossidi (Oxides)

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Agata azzurra

AGATA
Sottospecie del quarzo, varietà di calcedonio

SiO2

Sistema - Trigonale
Durezza - 7
Densità - 2,6
Colore - Grigio, giallo, bruno, azzurro, verdognolo
Trasparenza -  Da vitrea a grassa
Lucentezza - Traslucida


Utilizzata fin dagli albori della civiltà per realizzare sigilli e amuleti, l'agata presenta una distribuzione del colore in bande curve o concentriche, dai colori generalmente pallidi nei toni del grigio, giallo, bruno e, più raramente, verdognolo e azzurro.
I principali giacimenti di questa gemma si trovano in Brasile e Uruguay.
Dall'agata si ricavano soprattutto sfere e anelli e, nel caso delle varietà a bande alternate rossastre e bianche, anche intagli e cammei.




AGATA MUSCHIATA

L'agata muschiata è per lo più chiara e uniforme, con poche zonature ma con inclusioni dentritiche verdi dall'aspetto simile a quello del muschio.
In seguito a fenomeni di infiltrazione di ossidi di ferro, può comparire anche una piacevole colorazione rosso-bruna.
Attualmente grandi quantità di questo minerale provengono dal Brasile e dal'India.
L'agata muschiata può essere tagliata in piccole lastre, a cabochon, in sfere per collane o utilizzata per produrre pendenti e spille.


BARITE - Solfati (Sulphates)

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BARITE

BaSO4

Sistema - Rombico
Durezza - 3,0 - 3,5
Densità - 4,48
Colore - Incolore, allocromatico
Lucentezza - Da vitrea a madreperlacea


Frequenti, spesso ricchi di facce e prevalentemente tabulari, i cristalli di barite (o baritina) possono avere un abito nettamente prismatico caratterizzalo da una tipica terminazione "a scalpello". 
Di solito limpidi e incolori, ma anche biancastri o variamente colorali (specialmente in giallo miele, rosa o celeste), si trovano raramente isolati; molto più spesso sono riuniti in druse, talvolta veramente spettacolari.

CARATTERI DIAGNOSTICI -  La facile sfaldatura in forme parallelepipede, la sua insolubilità e mancanza di effervescenza con gli acidi, ma soprattutto la sua pesantezza, insolita per un minerale non metallico, consentono normalmente un rapido riconoscimento. 
La barite ha lucentezza vitrea con tendenza a quella madreperlacea e si può facilmente rigare con un temperino.

ORIGINE - La bariteè presente principalmente in giacimenti di origine idrotermale sia specifici, sia come ganga in associazione a filoni di solfuri metallici.
Può anche essere presente in vene e cavità di sostituzione nei calcari e nelle dolomie. Comunemente si trova in cospicue masse spatiche o granulari biancastre e opache.

GIACIMENTI - I principali giacimenti italiani sfruttati industrialmente sono situati in Trentino (miniere di Darzo) e in Sardegna. In passato anche la Valsassina (Cortabbio, Como), le Prealpi bergamasche, bresciane e venete fornivano prodotto industriale. 
Druse di splendidi cristalli si trovavano nelle miniere di Brosso e Traversella, in Piemonte, e nella zona di Pergine-Vetriolo, in Trentino, mentre grossi cristalli giallo miele provenivano dalla miniera di Barega, presso Nuxis, in Sardegna, In altre località sarde si trovano eleganti druse di cristalli talvolta leggermente azzurri e molto apprezzati dai collezionisti.

USI- La bariteè la principale fonte da cui si ottengono sali di bario. Macinata, si usa come pigmento nell'industria cartaria e dei colori e nella preparazione di fanghi pesanti usati nella perforazione dei pozzi petroliferi. 
Il solfato di bario viene usato in medicina come mezzo diagnostico di contrasto per eseguire esami radiografici dell'apparato digerente.





CINABRO - Solfuri (Cinnabar - Solphures)

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CINABRO

HgS

Sistema - Trigonale
Durezza - 2,0 - 2,5
Densità - 8,1
Colore - Rosso
Luce - Adamantina

Il minerale cristallizza nel sistema trigonale, molto raramente in individui singoli; di solito, infatti, si presenta in masse, cristalline o terrose, oppure in patine. 
Ha un caratteristico colore rosso vivo; la sua lucentezza è adamantina nei cristalli e lungo le superfici fresche di sfaldatura, mentre negli aggregati terrosi è più spenta. 
Anche ridotto in polvere il cinabro mantiene la propria intensa colorazione.

CARATTERI DIAGNOSTICI- Se riscaldato a temperature superiori ai 580 °C, il cinabro volatilizza, depositando gocce di mercurio. E' tenero, e perciò si scalfisce assai facilmente con la lama di un temperino, è molto pesante, fragile e perfettamente sfaldabile.

ORIGINE - Il cinabro è un minerale di genesi idrotermale, che si forma cioè in seguito al raffreddamento e al consolidamento dei fluidi magmatici residui dopo la cristallizzazione di graniti e pegmatiti. Si trova in vene, incrostazioni e impregnazioni di rocce di vario tipo, spesso calcari e argille, ma anche in lave, nelle immediate vicinanze di fenomeni vulcanici.
Talvolta sì rinviene nei placers, depositi sedimentari derivati dallo smantellamento di antiche rocce contenenti il minerale, in seguito concentratosì a causa del suo elevato peso specifico.

GIACIMENTI - Le più celebri miniere di cinabro sono quelle di Almadén, in Spagna, del Monte Amiata, in Toscana, e di ldria, in Slovenia: qui il solfuro è stato scoperto, in masserelle e impregnazioni, entro lave, calcari e argille. 
Altri giacimenti si trovano negli Stati Uniti (New ldria, New Almadén), dove, nell'Arkansas, sono stati rinvenuti anche cristallini piccoli ma ben formati. 
Importanti sono poi i depositi peruviani, russi. cinesi e algerini.

USI - Dato che il mercurio è molto raro allo stato puro, il cinabro è senza dubbio il più importante minerale industriale di tale elemento, impiegato per costruire vari strumenti di precisione e nelle amalgame.
Tempo fa il cinabro veniva utilizzato come pigmento colorante rosso (il cosiddetto vermiglione), ma oggi gli si preferisce il cinabro sintetico.






CELESTINA - Solfati (Celestite - Sulfates)

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CELESTINA

SrSO4

Sistema - Monoclino
Durezza - 2
Densità - 2,3 - 2,5
Colore - Incolore, allocromatico
Lucentezza - Da vitrea a madreperlacea

Si presenta in cristalli prismatici allungati o, più raramente, tabulari, di colore variabile dall'incolore al bianco latteo, all'azzurro e al giallo-bruno, generalmente in aggregati raggiati o paralleli, massicci o concrezionali. 
È pseudomorfa rispetto alla calcite, cioè può sostituirne completamente i cristalli mantenendo la stessa forma di questo minerale. 
Semidura e pesante, la celestina mostra una sfaldatura perfetta secondo la base. 
Spesso trasparente, presenta lucentezza da vitrea a madreperlacea.

CARATTERI DIAGNOSTICI - La celestina può talora venire confusa con altri solfati, come la barite, il cui peso specifico è però notevolmente più elevato, Per riconoscerla, si può anche eseguire un semplice saggio chimico: raccogliendo la polvere del minerale sulla punta di un filo di platino, inumidendola con acido cloridrico e portando il tutto alla fiamma di un fornello a gas, questa viene colorata in rosso carminio dallo stronzio.

ORIGINE - La celestina può avere origine idrotermale, ma più tipicamente sedimentaria evaporitica, dovuta all'evaporazione di acque salmastre in un bacino chiuso; in questo caso è associata a zolfo, gesso, aragonite e minerali evaporitici tipici.

GIACIMENTI - Cristalli azzurri si trovano nei basalti di Montecchio Maggiore (Vicenza) e nelle pegmatiti del Madagascar. 
In Sicilia, in Romagna e nella formazione gessoso-solfifera la celestina è generalmente bianca.
Presso Jena, in Germania, si trova in vene a struttura fibrosa, azzurra. 
Depositi sfruttabili industrialmente si trovano in Inghilterra, in Russia e in Tunisia.
l cristalli più grandi, biancastri e quasi opachi, lunghi fino a 75 centimetri e del peso di oltre 2 chilogrammi, provengono dagli Stati Uniti. 
Pur avendo dimensioni ridotte, dai giacimenti italiani provengono bellissimi esemplari. A Enna e Agrigento, in Sicilia, e a Perticara, nelle Marche, si trovano splendidi gruppi di individui, generalmente bianchi, associati a zolfo e gesso.

USI - È il minerale principale per l'estrazione dello stronzio, utilizzato nell'industria dei fuochi artificiali e dei proiettili traccianti, a causa del colore rosso carminio che questo elemento conferisce alla fiamma.
Lo stronzio viene impiegato anche nell'industria nucleare, in quella delle vernici e per raffinare lo zucchero di barbabietola.




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